ADULTI ROVER

Fonte: RS SERVIRE; 58,7-8 (S)

ORIZZONTI

Potrebbe sembrare inutile o per lo meno superfluo dedi­care un numero di RS Servire ed aprire una discussione sugli RS quando problemi più urgenti e più impegna­tivi urgono nell'Associazione. Tuttavia occorre già guardare ad un domani prossimo, nel quale giovani sempre più numerosi lasceranno ‑ con la Partenza ‑ i Clan per entrare definitivamente nella vita, ed offrire ad essi motivi di riflessione e mete di azione. Occorre partire, con metodo e ponderatezza, con aper­tura ed umiltà, disposti ad accogliere qualunque propo­sta da qualunque parte venga, o modificare progetti, se mai l'esperienza li dimostra sorpassati, a edificare con molto ottimismo e speranza. Comunque occorre partire. Quello che importa è di avere Idee Chiare sul fine e fissare i mezzi e possedere volontà di arrivare. Sia però subito ben definito: non si tratta di allineare una nuova sigla alle migliaia che distinguono Associazio­ni più o meno utili né di fondare Club che raccolgono gli ex alunni dell'ASCI, nel vincolo di serene antiche amicizie o di nostalgici ricordi giovanili.

Cosa occorre?

Voler ridurre il vasto e complesso mondo dell'educazio­ne Scout in formule è semplicemente ridicolo: la vita non si può schematizzare o se la si schematizza non è più vita. Tuttavia vi sono elementi essenziali che determinano il profilo dello Scoutismo. Eccone alcune: Senso della Natura, come contemplazione e misura di se stesso di fronte a Dio. Senso dell'Avventura, come slancio a cose grandi e divine. Senso del Sacrificio, come dominio di sé. Senso degli altri, come apertura attenta ed operante sul­l'uomo. Senso di responsabilità, come consapevolezza di dipen­denza da Dio. Senso dell'amicizia, come Comunità di ricerca e di costru­zione. Questi Valori ‑ che un Metodo di eccezionale portata inculca nel giovane attraverso il Gioco, l'azione e la riflessione ‑ devono restare per tutta la vita. Il Boy Scout ‑ ragazzo Esploratore ‑ diviene, dopo la Partenza, Scout cioè l'uomo Esploratore. Se l'acquisizione di questo profilo è il motivo pedagogi­co che guida gli educatori nella loro missione verso l'educando, dal Lupetto al Rover, la fissazione e l'affina­mento di esso è affidata all'epoca terminale di Vita nel Clan. Per questo la Carta di Clan ‑ traduzione concreta del profilo Scout ‑ è fondamentale ed insostituibile. Forse la si trascura troppo. Essa non deve rimanere sequela di formule o serie di parole altisonanti. È schema con­creto ed impegnativo per ciascuno, come linea di pensie­ro e di azione. Occorre insistere su questo: sulla insostituibilità e sulla funzione fondamentale della Carta di Clan. In essa sono fissati i criteri della Partenza sui quali ciascun Rover deve misurarsi. La Partenza non è una cerimonia commovente e simpatica: è soprattutto conclusione di un piano educativo svolto su uno schema ben definito. II Rover che parte, parte perché lascia qualcosa. II Rover che parte, parte verso qualcosa. II Rover che parte, parte possedendo qualcosa, cioè il Senso Scout, che rimarrà per tutta la vita.

Qualificarsi

Sarà l'esperienza della vita, il contatto quotidiano con gli uomini, la dura lotta che caratterizza ogni settore del mondo moderno ciò che collauderà decisivamente il patrimonio del Rover. Egli deve essere "qualcuno". Occorre qualificarsi. Occorre compromettersi. Come uomo, come Scout, come cristiano. Occorre intransigenza sui principi: il cristiano non può accettare conciliazioni con il mondo, con il peccato, con l'ingiustizia. Questa coscienza personale è il frutto tipico dell'educa­zione Scout. Esiste oggi nel mondo una consapevolezza collettiva della cristianità? Forse no: per il fatto che non sono più qualificabili i contorni e le zone di separazione dal non cristianesimo. Che cosa ci separa e ci distingue dagli altri? Si parte da soli col proprio fardello interiore, nell'oscuri­tà. Si parte disposti a restare soli e a proseguire anche se ci accompagnerà la sofferenza del sospetto, del tradi­mento, della derisione. Si parte con cuore gioioso. Alla sfiducia che divide gli uomini noi sostituiamo la fiducia. Degli altri verso di noi, di noi verso gli altri. "Meritare fiducia" dando fondati motivi sui quali tutti possano tranquillamente poggiarsi. II Roverismo, verso e dopo la Partenza, diviene risco­perta dell'uomo e riaffermazione della validità dei rap­porti sociali. Posti nei vari compiti della vita ‑ piccoli o grandi che siano - gli RS saranno uomini con un preciso profilo che li distingue: leali onesti generosi capaci del rischio cioè disposti ad agire senza calcolare il tornaconto, il rendimento, il vantaggio. Sulla misura della parola evangelica. Il NT, non è descrizione, ma testimo­nianza, afferma Romano Guardini. Non si legge il Vangelo per cultura, per estetismo, per emotività interiore. Lo si può capire solo se lo Spirito ci illumina. Ma quan­do lo si è capito inizia in noi una rivoluzione ‑ la più drammatica e la più terribile ‑ che rovescia il nostro mondo interiore. Il cristianesimo diviene tormento contro ogni mediocri­tà ed ansia di cose grandi. Alimentato dalla fede. Aperto sulla speranza. Dilatato dall'amore è fatto contraddizione di noi con noi stessi e di noi col mondo. Solo così è luce che "illumina ogni uomo". Tutto questo lo si costruisce giorno per giorno, con molta semplicità ed umiltà, senza gesti grandiosi o for­mule di intransigenza: molto attendendo dal Signore e poco dalle nostre povere forze. Questo è l'RS: un uomo, un cristiano, uno Scout, semplicemente. Occorre "sentire" così la vita. Al termine di ogni giornata l'RS dovrebbe, in ginoc­chio, fare il suo esame di coscienza sulla sua Carta di Clan: per misurare una fedeltà per riconoscere le proprie debolezze per ricominciare da capo, con coraggio. "Del mio meglio". Ciò che è triste non è sentirsi ancora tanto lontani da una meta, quanto di rinunciare ‑ per viltà ‑ di ascende­re verso una meta.

Senso comunitario

La Partenza apre una Strada che ciascuno percorrerà da solo: con le proprie forze e le proprie risorse. Ma l'uomo è fatto per la comunione con gli altri uomini. Nella vita tutto è Comunità: nell'ordine naturale, nell'or­dine della grazia. II cattolicesimo è sommariamente Chiesa: cioè società. Per rispondere a questa esigenza profonda gli RS si incontrano. II legame è prima interiore che organizzativo, prima spirituale che giuridico. Con quale scopo? Indichiamo alcune mete senza prete­sa di esaurirle. Comunità di preghiera: per il senso della Ecclesia orans. Comunità di carità: perché nessuno abbia da solo a soffrire o da solo sorreggere la croce. Comunità di Idee: per una seria ricerca della verità. Lo Scoutismo inoltre educa all'azione: è in essa che ognuno rivela se stesso e misura se stesso. D'altra parte è urgente uscire da un eccessivo teo­ricismo. Ogni Servizio deve concludere qualcosa di positivo e di misurabile. Ogni Comunità di RS deve realizzare ‑ periodo per periodo - un "Impresa" dentro o fuori l'ASCI. Ben cir­coscritta nel tempo, nelle forme, nelle caratteristiche, nelle finalità. Con un contributo qualificato, impegnativo, inderogabi­le da parte di ciascuno. Con una prestazione extra professionale. Ad un mondo che si sta barricando dietro grettezze ed egoismi, per il quale tutto è carriera, interesse, sistema­zione, denaro, dobbiamo mostrare che c'è ancora qual­cuno che crede nell'amore, dobbiamo offrire la testimo­nianza in "opere". Siamo certi che quando queste Comunità degli RS ‑ sorte vicine ai Gruppi di origine ‑ avranno raggiunto una maturità e si saranno collegate da un tenue filo di amicizia, una forza nuova e fresca potrà inserirsi nella vita nazionale.

Alla liberazione dell'uomo

Educati al clima della fraternità e dell'universalità dei Valori, alla comprensione degli altrui bisogni, al senso della cattolicità, gli RS devono muoversi nella vita con un profondo atto di fede nell'uomo. Nella sua bontà, nelle sue capacità, nella sua redenzione. Dobbiamo porci al Servizio dell'uomo per annunciargli le vie della sua liberazione da ogni schiavitù: economica politica razziale. Dalla schiavitù del bisogno, del peccato, della disperazione. II compito che ci proponiamo è grande e degno. Sulla misura di Colui che è morto per dare la libertà ai dispersi figlioli di Dio. Usciti dalla guerra che ha seminato odio, e angosciati da un domani tanto incerto, noi crediamo che solo l'amore - concreto, operante, totale - può salvare il mondo. "Per me, la mia sola ambizione è di vedere tutti gli uomini riuniti nell'amore. II mio solo desiderio è di trovare degli amici nel mondo, dei giovani decisi ad amare l'uomo nel loro prossimo, qualunque sia la sua nazionalità. Tutti gli uomini possono capirsi. In avveni­re voglio vivere come uomo. Al di là delle frontiere dobbiamo tenderci la mano nello spirito" (da una lettera di un ex deportato tedesco, riprodotta da R. D'Harcourt). "La liberazione dell'uomo": è questo l'impegno, il più alto ed il più profondo di ogni RS.