Fonte: STRADE AL SOLE (SS60,5-6)

Sicilia, giovanotti, Assistenti, 

Negli ultimi tempi si è avuto in Sicilia un morto al giorno, ucciso - nella tipica imboscata - a colpi di "lupara": recentemente sono stati colpiti anche dei bambini innocenti. Si parla di mafia, di giustizia personale, di difesa dell'onore. Comunque è una vergogna per un popolo che si proclama civile. Quando andavamo a scuola insegnavano che tutto ciò era sopravvivenza del governo borbonico. In questi giorni si sta celebrando il centenario della spedizione dei Mille, meritevole di aver cacciato i Borboni: ma la mafia è rimasta: si vede che la decantazione del fenomeno è lenta, forse troppo. Tuttavia la questione è più grave e più di fondo: si tratta di una mentalità radicata e di una vasta, impalpabile omertà, con prolungamenti anche fuori dell'isola. Ci sono paure o debolezze nei responsabili della cosa pubblica? II cittadino ha diritto di essere difeso, da chiunque: mancanza di questa garanzia fondamentale da parte dello Stato apre adito alla "difesa privata" che inesorabilmente scivola verso la vendetta, e la tragica catena dei delitti aggiunge anello ad anello.

A Livorno i paracadutisti si sono scontrati con la popolazione. La scena - quale vediamo dalle fotocronache - è ripugnante: un militare scaglia una bicicletta contro un gruppo avverso: la Celere divide giovani in uniforme da altri "scamiciati". Non persuade nessuno il dire che tutto è nato da gelosia di giovinotti per alcune esuberanze dei paracadutisti verso le ragazze. La cosa ha cause più profonde: forse è manovra politica, forse è errore pedagogico in chi inculca in giovani di 20 anni, dotati di una prestanza fisica non comune, e selezionati attraverso un particolare allenamento, la convinzione di essere i "fusti" intoccabili. Comunque il fatto è gravissimo e attendiamo che siano chiarite le responsabilità. La stampa inglese riporta la preoccupazione delle Autorità civili, sul diffondersi della immoralità tra i giovani. I fatti accennati sono particolarmente gravi. La stampa italiana ha riferito a grandi titoli la scoperta in Roma di una organizzazione del vizio rivolta agli adolescenti. Le cronache quotidiane riferiscono episodi sconcertanti di omicidi perpetrati da giovani: ed il delitto emerge da un fondo losco e misterioso. C'è qualcosa che frana nel mondo giovanile: il distacco dalla Chiesa è progressivo, insensibilità morale è sempre più vasta. Dopo la prima Comunione inizia per il ragazzo una parabola discendente che si conclude sui 14 anni con l'assenteismo completo da ogni pratica religiosa. Il giovinetto o la ragazzina che varcano la soglia degli ambienti di lavoro sono buttati improvvisamente e senza preparazione di fronte a situazioni più grandi di loro. II clima che circola attorno ai giovani è impregnato di materialismo: dal cinema, alla stampa, al turpiloquio. C'è poi la tragedia delle "compagnie": che afferrano, condizionano, impongono uno stile e una mentalità. Chi è preso non ha possibilità di evasione: molte volte è rispetto umano, talora paura. Che cosa fare? Occorre presentare il problema con forza, con documentazioni precise alla opinione pubblica, bisogna muovere le Autorità responsabili, scuotere il torpore delle famiglie, presentare ai giovani degli Ideali. A questa iniziativa dovrebbero - uscendo dalle ritrite formule programmatiche - dedicarsi gli RS, aprendo dibattiti sulla stampa, incontri, discussioni, con un piano progressivo e nazionale. Solo così lo Scoutismo potrà dare un positivo contributo alla bonifica dal costume.

La mancanza di una effettiva opera di formazione religiosa fra i giovani si fa sempre più sentire: così anche per l'ASCI. I preti sono pochi, oberati di lavoro, distratti da mille incombenze. Le scusanti non mancano: scarsità nel clero, impegni pastorali, ecc. Cose vere. Ma occorre il coraggio di un ridimensionamento di opere e di Istituzioni, un coordinamento di forze, un uso più razionale di uomini, per non trovarci a raccogliere, dopo tante fatiche, frutti di "cenere e tosco".

La crisi politica italiana è aperta e rimane tale nonostante le apparenze: crisi grave e preoccupante. Le soluzioni non sono facili né prevedibili: ovunque si appalesano dei rischi. Dove andremo? Le cause sono profonde e remote: carenza di Capi preparati, competenti, politicamente abili, difficoltà di chi governa per le troppe forze di pressione, non convergenza, su elementi base di quelli che hanno ricevuto da noi un mandato parlamentare. È troppo evidente in molti la corsa alla carica e al privilegio . Ma nonostante tutto sono da preferirsi cento crisi - patologia necessaria della democrazia - a qualsivoglia Dittatura.