Dai ricordi del Col. Wilson, Capo Internazionale degli Scouts

 Ad un raduno a Busto Arsizio (Va), in ocasione del Convegno Diocesano nel Maggio '47, mi incontrai con le Aquile Randagie. fui subito presentato al loro Capo, Giulio Uccellini. Cosa potevo dirgli? Ogni lode esagerata sarebbe stata fuori posto; mi venne un'ispirazione: "Ho saputo che in questi anni hai fatto il cattivello (bad boy)". Ci fu una risata generale ed io respirai nuovamente .... Ogni Natale, dopo il nostro incontro, Giulio mi inviò un panettone. Le sue lettere erano invariabilmente firmate: "Bad Boy". Lo incontrai l'ultima volta al Jamboree del '55 in Canada; diresse lo splendido coro Italiano. con orgoglio mi mostrò il suo disco di indentità d'argento con la dicitura "Bad Boy".

Al Jamboree di Vogelensang, Wilson presentò Uccellini a Baden-Powell, allora ottantenne; fu l'addio dello Scoutismo Italiano al fondatore B.P.; si commosse al racconto delle vicende delle Aquile Randagie; ebbe parole di incoraggiamento per il movimento clandestino milanese e concesse a Uccellini l'autorizzazione a ricevere promesse Scout anche fuori da ogni forma associativa.

Il grande successo di Uccellini fu quello di mantenere compatto il gruppo dei clandestini infondendo loro la sua tensione ideale, la sua fede nella rinascita dello Scoutismo. Nel 1936, dopo la guerra di Etiopia, forse il momento più buio, egli si recò a Lourdes a chiedere la grazia della rinascita dello Scoutismo in Italia, facendo voto di condurvi in ringraziamento un pellegrinaggio di Scout italiani.

Risorto finalmente lo Scoutismo; nel 1954 oltre 400 Scout guidati da Uccellini si accamparono a Lourdes; a notte "Kelly" tornò solo, in segreto, a inginocchiarsi alla Grotta, sciogliendo il voto di diciotto anni prima.

(da: "Storia dello Scoutismo in Italia" di M.Sica)

 

 

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Nasce a Milano l' 11 marzo 1904. Capo e animatore delle "Aquile Randagie" dal 1928 al 1945 con il nome di battaglia di "Kelly"

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Il profilo più espressivo della sua personalità unica e irripetibile può essere così sintetizzato:

Un rigoroso "stile personale"; uno spiccato senso dell'humor; un lucido coraggio che lo espose a notevoli rischi personali (subì un'aggressione fascista che lo menomò gravemente dell'udito); la dedizione totale all'educazione dei ragazzi in una visione del mondo piena di "interesse e di amore"; una Fede semplice, profonda e concreta.

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Dietro ad ogni impresa è sempre riconoscibile un uomo o una donna che, offrendo ogni propria risorsa materiale e spirituale, si fa carico dei problemi e supera gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento del suo disegno.

Il ruolo di far sopravvivere lo Scoutismo nel ventennio della dittatura fascista (l'obiettivo) è stato, in questo spirito, svolto da Giulio Cesare Uccellini ("Kelly"), che aveva praticamente consacrato la sua vita allo Scoutismo Cristiano, rinunciando alla carriera professionale (sarebbe stato per lui molto facile), a fondare una sua famiglia e prendersi cura di se e preoccuparsi della sua salute. Kelly ha voluto essere un amico, un fratello, un aiuto per tutti i ragazzi incontrati, con i quali ha condiviso l'avventura Scout: era vicino a ciascuno di loro e faceva suoi, con straordinaria semplicità, tutti i loro problemi.

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A loro offriva anzitutto il suo modello di uomo che aveva fatto la scelta di uno Scoutismo integrale, vissuto in ogni momento della giornata, osservante del modo di essere Scout in tutte le situazioni, per altri magari banali, attento ad una relazione interpersonale sempre stimolante, creativa ed esigente.

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Di fronte all'implacabilità del male che lo ha condotto, appena cinquantenne, alla morte, avvenuta il 23 marzo 1957, non ha mai mutato il suo comportamento o rinunciato al suo sorriso.

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Ha voluto essere sepolto in divisa, con il foulard di Gilwell ed i quattro tizzoni del D.C.C. internazionale.

 

Due belle foto giovanili di Kelly

Altra bella foto di Kelly a colori